benevento

Benevento Capoluogo del Sannio, fu eretto nel IV sec. a.C. in una zona gia abitata. Nel 275 a.C. i Romani ne avviarono l’importanza con la Via Appia per l’Oriente. Presa dai Goti nel 490 e conquistata da Totila nel 546, Benevento si riprese sotto il dominio dei Longobardi che ne fecero un potente Ducato estendendo la sua influenza a quasi tutta l’Italia Meridionale. Il Ducato Beneventano fu conteso tra la Chiesa e i Normanni, ambito invano sia dai Re di Napoli e sia da Napoleone. L’attuale centro abitato sorge a 135 metri d’altezza nelle valli dei fiumi Sabato e Calore, sul luogo della città osco-sannita.

La città un tempo era protetta da una cinta muraria tuttora esistente e visibile a tratti con una delle sue porte d’ingresso alla città: Port’Arsa che immette direttamente nel Rione Triggio.
Poco distante da Port’Arsa a dominare il Rione si erige maestoso il Teatro Romano eretto al tempo di Adriano ed ampliato da Caracalla tra il 200 e il 210 d.C.

Le sue dimensioni testimoniano lo sfarzo del tempo, misura infatti misura 90 metri di diametro e poteva contenere circa 10.000 spettatori. La struttura conserva il vasto semicerchio della cavea, con il primo e parte del secondo dei tre ordini di 25 arcate che ne abbellivano l'esterno, l'orchestra e parte della scena. Oggi il teatro viene utilizzato per gli spettacoli estivi.
Adiacente al Teatro è possibile visitare la Chiesa di S. Maria della verità, che venne consacrata il 16 aprile del 1782 dall’arcivescovo Francesco Maria Banditi e ristrutturata completamente dopo il terremoto del 1980 che ne fece crollare il tetto. La chiesetta presenta una sola navata e l’altare maggiore è adornato con la Madonna con S. Andrea e S. Gaetano.
Lasciando il teatro e incamminandosi verso sinistra ci si addentra nelle viuzze del Rione Triggio i cui palazzi emanano ancora l’odore di tempi antichi tranne qualcuno che è stato ristrutturato e riportato all’antico splendore. Dopo pochi metri si giunge ad una stradina in salita caratterizzata dalla presenza di un Arco romano detto del Sacramento. L’arco risale all’epoca post-traianea ed è uno dei pochi resti della vasta aerea monumentale romana. L’arco è sorretto da pilastri in mattoni dal diametro di cinque metri ciascuna e presenta su ambedue i versanti delle nicchie laterali.

Superato l’arco, dopo pochi metri, si sbuca su Piazza Duomo.
La Cattedrale è di età longobarda ed è stata consacrata nel 780 d.C. dal vescovo Davide. Ampliata nel XII secolo è stata duramente danneggiata dai bombardamenti del '43. Oggi conserva intatta la facciata romanica, il massiccio campanile del 1280 ornato da marmi romani, con due bifore gotiche e la Cripta della chiesa primitiva impreziosita da importanti affreschi d'epoca.
Di mirabile bellezza è la Porta di Bronzo, del XII secolo, costituita da 72 formelle raffiguranti scene della vita di Cristo e raffigurazione dei Vescovi Suffraganei.
All’interno della cattedrale, suddivisa in cinque navate, è possibile ammirare qualche affresco, un crocifisso ligneo detto dei liberati perché in passato dinanzi ad esso venivano liberati dei carcerati e la cappella del ss. Sacramento dove è venerata l’effige di Giuseppe Moscati nato a Benevento.
Usciti dalla cattedrale, poco distante si erge la fontana dedicata a Papa Orsini nella omonima Piazza. La fontana la cui sommità ospita la statua di papa Orsini è abbellita da marmi policromi. Essa è stata inaugurata il 21 giugno del 1992.
lasciata piazza Orsini è possibile continuare il percorso cittadino imboccando il corso Garibaldi. Rappresenta la strada principale della città i cui palazzi per la maggior parte sono stati riportati all’antico splendore. Percorsi pochi metri lungo il corso principale si giunge in pieno centro storico, uno dei posti più belli e suggestivi della città soprattutto la sera quando le luci creano un’atmosfera tutta particolare. Salendo il corso si apre sulla destra Piazza Roma, recentemente ristrutturata e dominata dal Palazzo Giannone che risale al XVIII e divenuto oggi sede dell’Università.

Scendendo lungo via Orbilio Pupilio si sbocca in Via annunziata antica via del centro storico di Benevento oggi molto frequentata non solo perché vi ha sede il comune nel palazzo Mosti del XVII secolo ma anche per i locali tipici che è possibile trovare. Risalendo per via Odofredo e ritornando a piazza Roma è possibile procedere e imboccare Via Traiano che vede come sfondo lo spettacolare e maestoso Arco di Traiano.
E’ il più famoso dei monumenti cittadini. L'Arco è ad un solo fornice e fu eretto in Benevento per commemorare l'apertura della via Appia Traiana che accorciava il cammino da Roma a Brindisi.
I Longobardi rispettarono il monumento ed esso rimase incastonato nel giro delle mura cittadine diventando porta d'accesso alla città e per la sua imponenza fu chiamata Port'Aurea. Ecco spiegato perché la vicina chiesa di epoca longobarda risalente infatti al VI-VII secolo continua ad essere chiamata Chiesa di Sant’Ilario a Port’Aura. Restando nella piazza antistante l’Arco è possibile mirare il Palazzo settecentesco Andreotti-Leo che dona un tocco di nobiltà alla zona quasi a testimoniare lo sfarzo e il lusso che il periodo pontificio portò a Benevento. Lasciando l’Arco di Traiano e imboccando la parallela a Via Traiano, Via Manciotti, si incontra l’arco di Gesù morto cosi detto perché sotto è visibile e ben custodito un antico mosaico che rappresenta la morte di cristo e recante con scritta in oro il nome dei devoti che ne vollero la realizzazione.

Il percorso continua riconducendosi al Corso principale raggiungibile o percorrendo fino in fondo Via Manciotti o continuando oltre l’arco del Gesù morto e addentrandosi nei vicoletti del centro che permettono di respirare quanto di antico e storico Benevento ancora conserva.
Salendo il corso Garibaldi si giunge a Piazza Matteotti conosciuta meglio dai Beneventani con il nome di Piazza Santa Sofia dal nome della chiesa che in essa si apre. La chiesa di Santa Sofia si può definire un vero e proprio gioiello architettonico. Essa ha una pianta a poligoni concentrici escogitata da un anonimo architetto che apparteneva alla corte longobarda. Essa è adiacente al Museo del Sannio la cui visita è uno spunto per ripercorrere diverse culture: da quella dei sanniti a quella dei Greci, Romani e longobardi fino a giungere a mirare delle tele di pittori del secolo scorso. Poco distante è l’Hortus Conclusus dove possibile mirare alcune delle sculture del maestro Mimmo Paladino, artista sannita famoso nel mondo.
Il Cavallo, mitica divinità d'altri tempi, il Disco, collocato al centro dello spazio, e l'ambiguità dei segni quali una Conchiglia, una Campana, una Testa equina, il Lungo Teschio di bucranio con le corna allungate e disteso sulla pietra lavica, si prestano ad interpretazioni diverse e ripropongono in chiave moderna il complesso itinerario della storia di Benevento dove la testimonianza sannita romana e longobarda sembrano confrontarsi e convivere.

Proseguendo lungo il corso Garibaldi si arriva alla Rocca dei Rettori.
Eretta nel 1321 come sede dei Rettori pontifici, è situata nel punto più alto della città, sui resti di un antico fortilizio longobardo a sua volta eretto su consistenti tracce di un edificio romano.
Questo monumento è legato a molti fatti di storia e di vita cittadina, basti pensare che nelle sue mura fu prigioniero Muzio Attendolo Sforza, Alfonso D'Aragona, Re di Napoli, vi stabilì il Gran Parlamento del Regno nel 1443, vi dimorarono Traiano Boccalini, Stefano Borgia, autore della "Memorie Istoriche della pontificia Città di Benevento", Gioacchino Pecci, poi Papa con il nome di Leone XIII.
La struttura della Rocca che si articola su tre livelli oltre a quello terreno, è stata recentemente ristrutturata ed è sede degli Uffici della Provincia.

Nella passeggiata a Benevento non può mancare la visita alla Basilica della Madonna delle Grazie e al ponte Leproso. La Basilica fu inaugurata nel giugno del 1839 da mons. Gioacchino Pecci, successivamente papa con il nome di Leone XIII e voluta per devozione a Maria SS delle Grazie a cui fu attribuito il merito di avere liberato Benevento dal colera. La Madonna delle Grazie è patrona del Sannio e viene commemorata il 2 luglio.
Il Tempio è preceduto da un pronao esastilo alla cui sommità si ergono a partire da destra, le statue di S. Antonio, S. Barbato, S. Francesco, S. Bartolomeo, S. Gennaro e S. Rocco e la scritta GRATIARVM MATRI CIVIVM VOTO DICATVM. Ancora più in alto si erge la statua della Madonna con Bambino.
Un portone ligneo fa da ingresso alla Basilica: si possono ammirare a sinistra, la statua di papa Benedetto XIII e a destra, quella di Leone XIII. All'interno della Basilica è presente una magnifica cupola che è centrale all'ideale croce greca; a destra e a sinistra tre altari per lato. Al centro, sull'altare maggiore, si può ammirare in tutta la sua bellezza la statua della Madonna delle Grazie attribuita a Giovanni da Nola.

Il Ponte Leproso rappresentava il tratto di accesso in città attraverso la via Appia che conduceva a Brindisi e quindi all'imbarco per l'Oriente. Esso ha una tipica struttura romana, restaurato da Appio Claudio, da Settimio Severo e da M. Aurelio Antonino e probabilmente il nome "Leproso" gli fu attribuito in epoca medievale per indicare la zona di un lebbrosario che doveva essere nelle vicinanze.
Il ponte Leproso attraversa il fiume Sabato che riporta con la mente alle antiche leggende "Sabbatiche" delle Streghe che ballavano sulle sue rive e nei pressi del famoso noce passato poi alla storia come l’albero delle Streghe di Benevento; poco distante si trova l'antico cimitero della città, chiamato cimitero di Santa Clementina.